Che cosa serve per realizzare un’impresa ardua? Servono esattamente le qualità che possiede Padre Serafino: la tenacia, il coraggio, la fede, la capacità di produrre idee ambiziose, ma realistiche, e portarle a compimento, malgrado le mille difficoltà e senza mai perdere la speranza.
Il 3 gennaio 1985 Padre Serafino, un prete salesiano, arrivò a Kami, un povero villaggio a 4.000 metri di altitudine sulle Ande della Bolivia. “Il mio primo impatto con le comunità – scrive Padre Serafino – fu quello di andare a piedi visitandole con lunghe camminate di vari giorni e sognando strade asfaltate, viadotti e gallerie tra queste montagne impervie e affascinanti”. Padre Serafino non solo ha immaginato il futuro di Kami, ma ne è diventato negli ultimi decenni uno dei suoi maggiori protagonisti.
Già agli inizi degli anni ’90 Padre Serafino “accarezza l’idea di produrre l’energia elettrica a Kami” e si attiva per cercare sostegno per il suo sogno. Nel corso degli anni il progetto viene sostenuto prima da Coopi (un’Ong italiana), con il geologo Efrem Fumagalli, a cui si aggiungeranno poi Giampiero Fantini e Adriano Selva, esperti di linee elettriche a Terna, la maggiore società di distribuzione elettrica italiana. Così si crea quella rete di solidarietà che permette di realizzare nel 2007 la prima centrale idroelettrica di Quehata, completando un importante tassello del sistema di centrali idroelettriche di Kami (Chinata-Quehata). Il progetto iniziale prevedeva una linea elettrica dalla lunghezza di 35 km con 25 kV di potenza. Il progetto finale, invece, sarà la realizzazione entro il 2011 di una linea lunga 37 km a ben 70 kV.
”La conoscenza che Terna ha avuto di questo progetto – afferma il Responsabile CSR di Terna Fulvio Rossi - è passata sempre attraverso il racconto che ci hanno fatto i nostri tecnici-volontari Giampiero Fantini e Adriano Selva, quindi è stata una sollecitazione dal basso. La cosa fondamentale che hanno fatto i tecnici, a parte il concepire il progetto, è stato trasferire il know how. Una delle cose più belle che ho sentito dire in quest’ultimo periodo riguardo al progetto è stata la frase di Giampiero Frattini che ha detto: Non avrei mai creduto che la gente locale sarebbe stata in grado di portare avanti il progetto in modo autonomo…”.
In una delle ultime missioni a Kami si decide di realizzare un libro per raccontare questa incredibile storia di solidarietà e di collaborazione tra il sociale, l’impresa e l’accademia. Il libro inizia con il racconto dello scrittore Roberto Cotroneo, per poi proseguire con un dialogo tra gli scatti fotografici del talento emergente Daniele Tamagni e gli appunti di viaggio di Florinda Martucciello e Irene Salvadorini, due promettenti studentesse della LUISS Writing School.
Secondo il responsabile di Terna i messaggi del libro sono due. Il primo è rappresentato dal fatto che la tenacia e la determinazione nel raggiungimento degli obiettivi di solidarietà possono creare delle alleanze e anche mobilitare le aziende, come dimostra lo stesso esempio di Terna. Il secondo messaggio riguarda il fatto che vi è sempre una scelta nel modo in cui si può raccontare le cose. Così si è scelto di affidare una parte del libro anche a talenti giovani per fare la differenza e attirare attenzione, appunto, di un pubblico giovane.
Invece per il fotografo Daniele Tamagni il libro documenta la sinergia che si è creata tra i tecnici italiani, Padre Serafino e la popolazione locale impegnati tutti insieme nella costruzione della linea elettrica. “Ciò che mi ha colpito particolarmente quando sono arrivato a Kami – rivela Daniele – è lo stato di povertà in cui vive la popolazione. È come se il tempo si fosse fermato per quella gente. Ma attraverso il mio obiettivo ho cercato di cogliere anche segni di positività che potessero dare la speranza del futuro”.