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Al Qaida e USA alleati in Libia?

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Fonte: http://globalresearch.ca/PrintArticle.php?articleId=24096

I concetti sono capovolti: l’alleanza militare USA-NATO sta sostenendo una ribellione integrata dai terroristi islamici, nel nome della “guerra al terrorismo”…

Ci sono diverse fazioni nell’opposizione libica, monarchici, disertori del regime di Gheddafi, tra cui il Ministro della Giustizia e più recentemente il ministro degli Esteri, Moussa Koussa, membri delle Forze Armate libiche, il Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia (NFSL) e la Conferenza Nazionale per l’Opposizione Libica (NCLO) che funge da anni come organizzazione ombrello.

Raramente riconosciuta dai media occidentali, Al-Jamaa al-Islamiyyah al-Muqatilah bi Libya, Libya Islamic Fighting Group (LIFG), è parte integrante dell’opposizione libica.
Il Consiglio libico interinale non costituisce una entità chiaramente definita. Si basa sulla rappresentanza dei nuovi consigli locali creati per “gestire la vita quotidiana nelle città e nei villaggi liberati”. (The Libyan Interim National Council – The Council’s statement. http://ntclibya.org/english/welcome/feed)

Le forze di opposizione sono in gran parte costituite da civili della milizia non addestrati, ex membri delle Forze Armate libiche, addestrati assieme ai paramilitari del Gruppo Combattente Islamico in Libia (LIFG). Il Libya Islamic Fighting Group (LIFG), che è allineato con al-Qaida, è in prima linea nell’insurrezione armata.


Il Network di al-Qaida come strumento dell’intervento USA-NATO

Il LIFG come entità, così come i suoi “singoli” membri, sono indicati dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu come terroristi. Secondo il Tesoro USA: “Il Gruppo combattente islamico libico è una minaccia globale per la Sicurezza e la stabilità tramite l’uso della violenza e la sua alleanza ideologica con al-Qaida e altre brutali organizzazioni terroristiche” (Treasury Designates UK-Based Individuals, Entities Financing Al Qaida -Affiliated Libyan Islamic Fighting Group – US Fed News Service (http://www.highbeam.com/doc/1P3-983749661.html), 8 febbraio 2006).

I concetti sono stravolti. Sia Washington che la NATO, che affermano di condurre una “guerra al terrorismo“, sostengono “un movimento pro-democrazia“, integrato da membri di una organizzazione terroristica.

Per una crudele ironia, Washington e l’Alleanza atlantica agiscono in spregio dei loro leggi e regolamenti sull’antiterrorismo. Inoltre, sostenere con la “responsabilità di proteggere” (R2P), le forze dell’opposizione integrate dai terroristi, è attuata perseguendo la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, che è in palese violazione della risoluzione 1267. Quest’ultimo identificata Al-Jama’a al-Islamiyyah al-Muqatilah bi-Libia, il Gruppo combattente islamico della la Libia (LIFG) quale organizzazione terroristica.

In altre parole, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu viola apertamente non solo la Carta delle Nazioni Unite, ma le proprie risoluzioni. (The Al-Qaida and Taliban Sanctions Committee – 1267 http://www.un.org/sc/committees/1267/index.shtml).

Le origini storiche del Gruppo combattente islamico in Libia (LIFG)

Ampiamente documentato, la “Jihad islamica” è stata segretamente sostenuta dalla CIA fin dall’assalto nella guerra sovietico-afgana. (Si veda Michel Chossudovsky, America’s “War on Terrorism“, Global Research, Montreal, 2005).

La Central Intelligence Agency (CIA), usando l’Inter-Services Intelligence (ISI) militare del Pakistan, ha giocato un ruolo fondamentale nella formazione dei mujahideen. A sua volta, l’addestramento della guerriglia sponsorizzata dalla CIA, è stato integrato da insegnamenti dell’Islam:

Nel marzo 1985, il Presidente Reagan ha firmato la National Security Decision Directive 166,… [che] Autorizza l’avvio di segreti aiuti militari ai Mujahideen, e ha chiarito che la guerra segreta afghana aveva un nuovo obiettivo: sconfiggere le truppe Sovietiche in Afghanistan attraverso l’azione segreta e incoraggiare un ritiro sovietico. La nuova assistenza segreta degli Stati Uniti è iniziata con un drammatico aumento delle forniture di armi. – un aumento costante annuale di 65.000 tonnellate dal 1987...” così come “un flusso incessante” di specialisti CIA e del Pentagono che ha raggiunto la sede segreta dell’ISI pakistana, sulla strada principale vicino a Rawalpindi, in Pakistan. Qui gli specialisti della CIA incontravano gli ufficiali dei servizi segreti pakistani per aiutarli nelle pianificazioni delle operazioni per i ribelli afghani“. (Steve Coll, Washington Post, 19 luglio 1992)

Il Libya Islamic Fighting Group (LIFG), Al-Jama’a al-Islamiyyah al-Muqatilah bi-Libya, fu fondato in Afghanistan da parte dei mujahidin libici veterani della guerra afgano-sovietica. Fin dall’inizio, nella prima metà degli anni ’90, il Libya Islamic Fighting Group (LIFG) ha svolto il ruolo di “risorsa dell’intelligence” per conto della CIA e del Secret Intelligence Service della Gran Bretagna, il MI6. A partire dal 1995, il LIFG è stato attivamente coinvolto nell’attuare la Jihad islamica contro il regime laico libico, tra cui un tentato assassinio nel 1996 di Muammar Gheddafi.

L’ex operativo del MI5, David Shayler, ha rivelato che mentre stava lavorando all’ufficio Libia alla metà degli anni ’90, personale del servizio segreto britannico collaborava con il Libyan Islamic Fighting Group (LIFG), che è collegato ad uno dei fidati luogotenenti di Usama bin Ladin. LIFG è ora considerato un gruppo terroristico nel Regno Unito“. (Gerald A. Perreira, British Intelligence Worked with Al Qaeda to Kill Qaddafi (http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=23957), Global Research, 25 marzo 2011, enfasi aggiunta)

Gli attacchi terroristici di tipo guerrigliero, presumibilmente con il sostegno del MI6, erano condotti di routine contro le forze di sicurezza del governo, la polizia e il personale militare libici:

Duri scontri tra le forze di sicurezza [di Gheddafi] e la guerriglia islamista sono scoppiati a Bengasi nel settembre 1995, con decine di uccisi su entrambi i lati. Dopo settimane di intensi combattimenti, il Gruppo combattente islamico libico (LIFG) ha dichiarato ufficialmente la propria esistenza in un comunicato che chiama il governo Gheddafi “regime apostata che ha bestemmiato contro la fede in Dio onnipotente” e dichiarava che il suo rovesciamento era “il primo dovere dopo la fede in Dio”. Questa e i successivi comunicati del LIFG sono stati emessi da afghansy libici che ebbero concesso l’asilo politico in Gran Bretagna… La partecipazione del governo britannico nella campagna del LIFG contro Gheddafi, resta oggetto di immensa polemica. La successiva grande operazione del LIFG, il fallito tentativo di assassinare Gheddafi nel febbraio del 1996, che causò una ventina di morti tra le sue guardie del corpo, fu poi detto essere stato finanziato dalla British Intelligence con la somma di 160.000 sterline. Secondo l’ex ufficiale dell’MI5 David Shayler. Mentre le affermazioni di Shayler non sono state indipendentemente confermate, è chiaro che la Gran Bretagna ha permesso al LIFG di sviluppare una base di supporto logistico e di raccolta fondi sul proprio territorio. In ogni caso, il finanziamento da bin Ladin appare essere stato molto più importante. Secondo un articolo, il LIFG ha ricevuto fino a 50.000 dollari dal capo terrorista saudita esiliato per ogni attivista ucciso sul campo di battaglia.” [2005] (citato in Peter Dale Scott, Who are the Libyan Freedom Fighters and Their Patrons (http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=23947)? Global Research, marzo 2011)

Ci sono notizie contraddittorie sul fatto che il LIFG faccia parte di al-Qaida o che agisca come entità jihadista indipendente. Un rapporto suggerisce che nel 2007 il LIFG divenne “una controllata di al-Qaida, assumendo poi il nome di Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM). (Vedi Webster Tarpley, The CIA’s Libya Rebels: The Same Terrorists who Killed US, NATO Troops in Iraq (http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=23949), Global Research, marzo 2011) [cliccare qui per la traduzione italiana]

Continuità nelle operazioni di intelligence di Stati Uniti e alleati: al-Qaida in Jugoslavia

Dalla fine della guerra sovietico-afgana, a rete al-Qaida è servita come “risorsa d’intelligence” per la CIA. Confermato da un documento del 1997 del Senato USA, al-Qaida è stata utilizzati dalla amministrazione Clinton per canalizzare il sostegno ai musulmani bosniaci nei primi anni ’90. (Cfr. US Senate, Republican Party Committee, Clinton-Approved Iranian Arms Transfers Help Turn Bosnia into Militant Islamic Base, http://rpc.senate.gov/releases/1997/iran.htm, 1998)

Ampiamente documentato, l’Esercito di liberazione del Kosovo (UCK), che è stato sostenuto dalla NATO, aveva legami ampi ed estesi con la rete del terrore islamico. (US Senate, Republican Party Committee, The Clinton Administration Sets Course for NATO Intervention in Kosovo, 1998, http://rpc.senate.gov/releases/1998/kosovo.htm, cedi anche Michel Chossudovsky, America’s “War on Terrorism“, Global Research, Montreal, 2005).
Al-Qaida in Jugoslavia è servita come asset dell’Intelligence nel contesto della “guerra umanitaria” della NATO. Organizzazioni terroristiche supportate e finanziate segretamente. Nel 1999, la NATO intervenne per salvare l’Esercito di liberazione del Kosovo (KLA) che era stato integrato da al-Qaida. (US Republican Party Committee documents on Kosovo, op. cit.):

Uno degli aspetti più inquietanti della presente crisi [sul terrorismo] [nel 1998 in Kosovo] è che potrebbe essere stato innescato dalla nostra inetta politica estera in Bosnia e Kosovo. Abbiamo, oltre ogni buon senso, sostenuto le fazioni musulmane che ottengono appoggi da veri gruppi terroristi fondamentalisti islamici che sono i nostri nemici mortali altrove” (Col. Harry Summers G., “Bringing terrorists to justice“, Washington Times, 8 dicembre 1998. Il defunto Col. Harry G. Summers (USA-Ret.) (1932-1999) è stato un Distinguished Fellow presso l’Istituto di studi strategici del Collegio di Guerra dell’Esercito USA a Carlisle, PA).

L’Operazione Alba dell’Odissea in Libia fa parte di un modello USA-NATO? Supportare l’insurrezione integrata dai terroristi, al fine di giustificare l’intervento, con le ragioni umanitarie di “salvare la vita dei civili“? Questa era la giustificazione della NATO per intervenire in Bosnia e Kosovo. Quali insegnamenti per la Libia?

L’ex capo dei servizi segreti libici, l'”Agente Doppio” Moussa Koussa fugge nel Regno Unito

Il LIFG non solo è stato sostenuto dalla CIA e dal Secret Intelligence Service (MI6) inglese, ma anche da fazioni dell’agenzia di intelligence della Libia, guidata dall’ex capo e ministro degli Esteri, Moussa Koussa, che ha disertato nel Regno Unito alla fine di marzo 2011.

Nell’ottobre 2001, il capo dei servizi segreti libici, Musa Kusa, incontra l’assistente del segretario di Stato USA William J. Burns. L’incontro Burns-Koussa è di importanza cruciale. Presenti alle riunioni vi erano alti funzionari della CIA e dell’MI6, tra cui Sir John Scarlett, chi al tempo (ottobre 2001) era a capo del Comitato Congiunto per l’Intelligence (JIC) del gabinetto, che riferiva direttamente al Primo Ministro Tony Blair. Il JIC, a nome del governo britannico, sovrintendeva alla definizione delle priorità da parte di MI6, l’MI5 e Defense Intelligence. “Il nostro uomo a Tripoli” Moussa Koussa svolgeva il ruolo di agente doppio. Negli incontri segreti con Sir John Scarlett, “fu concordato che un funzionario britannico avrebbe potuto operare a Tripoli“. (Libya defector Moussa Koussa was an MI6 double agent (http://www.express.co.uk/posts/view/238354/Libya-defector-Moussa-Koussa-was-an-MI6-double-agent), Sunday Express, 3 aprile 2011)

Lo sviluppo del LIFG come movimento paramilitare jihadista e la sua integrazione nelle forze dell’opposizione anti-Gheddafi, hanno un rapporto diretto col ruolo centrale svolto dall’agente doppio Moussa Koussa, che è stato determinante nel costruire gli stretti legami bilaterali con la CIA e l’MI6.

A questo proposito, la defezione di Moussa Koussa a fine marzo, ha tutta l’apparenza di un’operazione accuratamente messa in scena. Con una torsione insolita, l’accordo è stato negoziato con il governo inglese attraverso l’intermediazione di un ex Leader del Gruppo combattente islamico della Libia (LIFG), collegato all’organizzazione terroristica al-Qaida, che ora lavora nella sede a Londra della Human Rights Foundation:

Noman Benotman, un amico del ministro degli Esteri libico Musa Kusa, ha raccontato alla BBC come ha contribuito ad organizzare la sua defezione dal regime di Gheddafi. Il signor Benotman sarebbe un leader del Gruppo combattente islamico libico, ma ora lavora per il think tank anti-estremismo della Fondazione Quilliam. Ha detto di credere che il sig Koussa abbia negoziato con il governo britannico ed sia stato molto cooperativo in materia d’intelligence.”

Gordon Corera della BBC ha aggiunto che il governo britannico era nel dubbio su come considerare il sig Koussa a causa delle sue origini quale capo dell’intelligence libica. Il Signor Benotman ha detto a BBC Breakfast come ha aiutato Koussa a disertare e come erano rivali. (BBC Breakfast (http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/breakfast/default.stm), 1 Aprile 2011)

Ironia della sorte, Benotman fu reclutato per combattere come mujaheddin nella guerra sovietico-afgana. E’ stato uno dei fondatori del LIFG in Afghanistan. Focalizzandosi sull'”anti-estremismo“, Benotman è attualmente Senior Analyst della Quilliam Foundation. Le sue responsabilità includono raggiungere “attuali ed ex estremisti e usare la Quilliam come piattaforma con cui condividere la loro conoscenza interna di al-Qaida e altri gruppi jihadisti con un pubblico più ampio.”

Il programma “antiterrorismo” della CIA in Libia

I legami bilaterali stabiliti tra la CIA e MI6 e i servizi segreti libici nell’ottobre 2001, avevano fornito alle agenzie d’intelligence occidentali accesso diretto e la supervisione in Libia, tramite le loro controparti filo-USA nell’agenzia di intelligence della Libia guidata da Moussa Koussa. Tale accordo ha permesso alle intelligence occidentali d’infiltrarsi in modo efficace nelle agenzie d’intelligence libiche che erano sotto la guida del doppio agente dell’MI6.

Secondo un rapporto del 2008 del Dipartimento di Stato US, il governo libico, “ha continuato a cooperare con gli Stati Uniti e la comunità internazionale nella lotta contro il terrorismo e il finanziamento del terrorismo… Funzionari USA sperano di estendere l’assistenza antiterrorismo in Libia durante gli anni fiscali 2010 e 2011… ” (vedi Christopher M. Blanchard, Libya: Background and US Relations (http://assets.opencrs.com/rpts/RL33142_20100716.pdf), US Congress Research Service, 16 luglio 2010).

Nel 2009, l’intelligence libica e la CIA crearono un programma di controterrorismo secondo cui funzionari dell’intelligence libica ricevevano la formazione sul contro-terrorismo da parte della CIA. Questo programma fa parte di un accordo negoziato da Moussa Koussa con la CIA. Era previsto anche (in teoria) di sciogliere il Gruppo combattente islamico libico (LIFG), con il supporto di agenti dell’intelligence della CIA. Tenendo in mente l’ambiguità dell'”antiterrorismo” della CIA: il lancio del LIFG in Afghanistan nei primi anni ’90 fu una parte centrale del progetto della CIA di creare un braccio libico di al-Qaida.
Sempre nel 2009, i capi detenuti del Gruppo combattente islamico libico (LIFG) rinunciarono presumibilmente alla loro lotta armata contro il regime di Gheddafi, in un accordo triennale raggiunto con funzionari della sicurezza libici. (New jihad code threatens al Qaeda (http://articles.cnn.com/2009-11-09/world/libya.jihadi.code_1_jihad-libyan-islamic-fighting-group-qaeda?_s=PM:WORLD), CNN, novembre 2009)

Qual era il ruolo del programma di controterrorismo USA-Libia dal punto di vista di Washington? Ufficialmente, si trattava di individuare i nomi dei membri del LIFG e smantellarlo come organizzazione. In pratica, l’operazione USA in Libia, compresa la formazione dei funzionari dei servizi segreti libici sotto gli auspici della CIA, fornì all’agenzia una cortina di fumo utile per condurre operazioni di intelligence all’interno della Libia. Il programma di addestramento della CIA le permise di infiltrarsi e acquisire fiducia dalle controparti nei segreti libici. Il programma di controterrorismo del 2009 ha una relazione diretta con la ribellione del Marzo 2011. Ha permesso all’Agenzia, insieme al Secret Intelligence Service britannico (MI6), di fornire sostegno segreto al LIFG, in previsione della rivolta armata del Marzo 2011.

I media suggeriscono che il LIFG sia stato sciolto (seguendo l’attuazione dei programmi antiterrorismo sponsorizzati dalla CIA). Non ci sono prove in tal senso. Il LIFG rimane nella lista del terrore del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Aggiornato al 24 marzo 2011):

QE.L.11.01. Nome: Gruppo combattente islamico libico

Nome (testo originale):

Aka: LIFG Fka: na Address: na Quotato: 6 ottobre 2001 (modificata, 5 marzo 2009)

Altre informazioni: revisione in applicazione della “risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1822 (2008) concluso il 21 giugno 2010

(L’elenco LIFG si trova a p. 70, http://www.un.org/sc/committees/1267/pdf/consolidatedlist.pdf, secondo le regole CS dell’ONU, le organizzazioni terroriste disciolte vengono rimosse dall’elenco in conformità alla procedura di eliminazione. Il LIFG non è stato rimosso dalla lista). Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: elenco consolidato stabilito e mantenuto dal 1267. Il Comitato riguardo al-Qaida, Usama bin Ladin, i taliban e di altri individui, gruppi, imprese ed entità associati con essi (http://www.un.org/sc/committees/1267/pdf/consolidatedlist.pdf) (Aggiornato al 24 marzo 2011).

Armi e sostegno segreto ai ribelli del LIFG

Ci sono indicazioni che la CIA e MI6 hanno continuato a fornire sostegno segreto al Gruppo combattente islamico Libia (LIFG), che ora è la prima linea nella insurrezione armata contro il regime di Gheddafi. Hakim al-Hasidi, leader dei ribelli libici, si dichiara jihadisti che ha combattuto contro le truppe alleate in Iraq, è in prima linea nella battaglia contro il regime di Muammar Gheddafi…

Il signor al-Hasidi insiste che i suoi combattenti “sono patrioti e buoni musulmani, non terroristi“, ma ha aggiunto che anche i “membri di al-Qaida sono buoni musulmani e lottano contro l’invasore“. (Libyan rebel commander admits his fighters have al-Qaeda links, Daily Telegraph, 25 marzo 2011)

Abdul Hakim Al-Hasadi, è uno dei leader del LIFG chi ha ricevuto addestramento militare in un campo della guerriglia in Afghanistan. È a capo delle forze di sicurezza dell0opposizione in uno dei territori tenuti dai ribelli, con circa 1.000 uomini sotto il suo comando. (Libyan rebels at pains to distance themselves from extremists (http://www.theglobeandmail.com/news/world/africa-mideast/libyan-rebels-at-pains-to-distance-themselves-from-extremists/article1939636/singlepage) – The Globe and Mail, 12 marzo 2011)

La coalizione USA-NATO sta armando i jihadisti. Le armi sono inviate al LIFG dall’Arabia Saudita, che storicamente, fin dall’inizio della guerra sovietico-afgana, ha segretamente supportato al-Qaida. I sauditi stanno adesso rifornendo i ribelli, in collaborazione con Washington e Bruxelles, con razzi anticarro e missili terra-aria.

Disinformazione dei media: i terroristi islamici partecipano al Movimento Pro-Democrazia “a titolo personale

L’ammiraglio James Stavridis, comandante supremo della la NATO in Europa, ha tacitamente ammesso che “l’intelligence statunitense aveva raccolto lo “sfarfallio” di attività terroristiche tra i gruppi ribelli… molto allarmante...” Ma non abbiamo a che fare con questo “sfarfallio“. I combattenti del LIFG costituiscono la spina dorsale dell’insurrezione armata.

I media occidentali hanno espresso preoccupazione al riguardo, pur insistendo che i jihadisti sono “ex” membri del LIFG, che hanno aderito alla lotta armata “a titolo personale”, piuttosto che come membri di un’organizzazione terroristica. Secondo Benotman in un’intervista con la CNN: “Decine di ex combattenti del LIFG si sono unito agli sforzi dei ribelli per rovesciare Gheddafi“, ma ha sottolineato che lo avevano fatto a titolo personale, piuttosto che organizzare le operazioni come gruppo.

Alcuni funzionari occidentali dell’antiterrorismo temono che una prolungata guerra civile in Libia” potrebbe aprire lo spazio ad al-Qaida. Governi e ONG devono essere veloci”, dice Benotman, “nell’aiutare le aree controllate dai ribelli a sviluppare l’educazione, salute e le istituzioni democratiche“. (Paul Cruickshank e Tim Lister, Libyan civil war: An opening for al Qaeda and jihad? CNN (http://articles.cnn.com/2011-03-23/world/libya.islamists_1_libyan-islamic-fighting-group-qaeda-moammar-gadhafi/2?_s=PM:WORLD), 23 marzo 2011)

Al-Qaida è un’organizzazione terroristica integrata al movimento pro-democrazia in Libia? Da quando in qua i terroristi agiscono “a titolo personale“? Sia il LIFG come entità che come membri “individuali“, sono indicati dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu come terroristi nella risoluzione 1267. (The Al-Qaida and Taliban Sanctions Committee – 1267 http://www.un.org/sc/committees/1267/index.shtml)

“Il nostro uomo a Tripoli”

Moussa Koussa era “il nostro uomo a Tripoli“. Le circostanze della sua defezione come pure la storia della collaborazione con la CIA e l’MI6, suggerisce che negli ultimi dieci anni, egli sia stato al servizio degli interessi statunitensi e degli alleati, compresa la pianificazione del insurrezione armata “pro-democrazia” nell’est della Libia.

L’ex capo dei servizi segreti libici, Moussa Koussa ha svolto un ruolo centrale nel convogliare il sostegno segreto al LIFG per conto delle sue controparti dell’intelligence occidentali. L’ex direttore della CIA George Tenet, pur non facendo esplicitamente riferimento al “nostro uomo a Tripoli“, riconosce nella sua autobiografia del 2007, “l’allentamento delle tensioni con la Libia [era] uno dei successi maggiori della sua presidenza, che ha portato alla cooperazione tra i due servizi di spionaggio contro al-Qaida“. (Citato Intelligence Partnership between Qadhafi and the CIA on counter-terrorism (http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=23865), op. cit.)

Non ci dovrebbe essere alcun dubbio: la NATO e la LIFG sono compagni di letto. L’alleanza militare occidentale supporta una ribellione integrata dai terroristi islamici, nel nome della “guerra al terrorismo“.

Chi sono i terroristi? Con un tocco amaro, mentre la Jihad Islamica è indicata anche dall’amministrazione degli Stati Uniti come “una minaccia alla civiltà occidentale“, queste stesse entità islamiche, compreso il Gruppo combattente islamico in Libia (LIFG), costituisco uno strumento fondamentale delle operazioni militari e di intelligence USA in Asia centrale, Medio Oriente, Nord Africa, per non parlare delle Repubbliche musulmane dell’ex Unione Sovietica.



Michel Chossudovsky è uno scrittore pluri-premiato, Professore di Economia (emerito) presso l’Università di Ottawa e Direttore del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione (CRG) di Montreal.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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